L’inserto culturale della Relazione d’Esercizio di BPS (SUISSE) per l’anno 2020, durante il quale è stato celebrato il 25° giubileo della Banca, è dedicato a Gualtiero Marchesi, uno dei cuochi italiani più famosi a livello internazionale.
Nasce a Milano il 19 marzo 1930 da una famiglia di albergatori e ristoratori. Fra il 1948 e il 1950 frequenta la Scuola Alberghiera di Lucerna, grazie alla quale avrà modo di approfondire le sue conoscenze culinarie.
Tornato in Italia, comincia a lavorare nell’albergo di famiglia capendo subito che la ricerca e lo studio dei piatti lo appassionano molto, come anche la musica. Decide di prendere lezioni di pianoforte e si innamora della sua insegnante, Antonietta Cassisa, che sposa nel 1962 e con la quale avrà due figlie, Simona e Paola, entrambe affermate musiciste. Parte per Parigi e qui amplia i propri orizzonti facendo esperienza, in particolare a Roanne, dai fratelli Troisgros, inventori della nouvelle cuisine.
Nel 1977 apre il suo primo ristorante in via Bonvesin de la Riva a Milano e conquista subito una stella Michelin. La cura per il dettaglio è quasi maniacale: dai tavoli alle luci, dalla forma e dal colore dei piatti ai bicchieri, nulla è lasciato al caso. Tant’è che durante la sua lunga carriera “inventa” alcune innovative linee di posate, piatti e bicchieri perché la “ricerca del bello” deve permeare ogni aspetto della cucina.
Lo stile di Marchesi affascina una Milano che ha voglia di riscoprire la cultura alimentare. I suoi piatti vengono considerati vere e proprie opere d’arte, che spesso si ispirano a quelle di artisti diventati in seguito amici, come Piero Manzoni o Lucio Fontana.
Negli anni Ottanta nascono l’iconico Riso, oro e zafferano, il “copiatissimo” Raviolo aperto e le Seppie al nero. Nel 1985 il suo ristorante, primo in Italia, conquista ben tre stelle Michelin.
Nel 1992 abbandona via Bonvesin de la Riva per trasferirsi a Erbusco (BS), in Franciacorta, dove apre il ristorante “L’Albereta”. Nel frattempo i suoi allievi si fanno strada (e lui conquista il titolo di “Maestro”), diventando via via chef di altissimo livello come Andrea Berton, Carlo Cracco e il locarnese Pietro Leemann.
Nel 2004 viene chiamato a presiedere ALMA, la nuova grande Scuola Internazionale di Cucina Italiana, insediata nella splendida Reggia di Colorno (PR) e nel 2008, con un formidabile colpo di scena, restituisce le stelle Michelin perché in disaccordo con l’attribuzione dei punteggi.
Il 2008 è anche l’anno del ritorno a Milano dove, nel locale già “Biffi Scala”, apre “Il Marchesino”. Due anni dopo, il 19 marzo 2010, in occasione del suo ottantesimo compleanno, nasce la Fondazione Gualtiero Marchesi, il cui obiettivo è ricordare e ricostruire l’opera del Maestro, oltre che diffondere il “bello e il buono” in tutte le arti.
Marchesi è stato il primo a partecipare e a condurre trasmissioni televisive dedicate alla cucina (“Che fai, mangi?” su Rai 2 o “Il pranzo della domenica” su Canale 5), ha scritto libri, conquistato premi e onorificenze per lo straordinario valore del suo lavoro in tutto il mondo.
Muore il 26 dicembre 2017 nella sua casa di Milano.